Fondato a Racalmuto nel 1980

Le nostre prime pagine raccontano/10

1980-2020 Malgrado tutto… aspettando i quarant’anni

Anno 1990. A gennaio la prima pagina dà ampio spazio alla nascita della Fondazione Sciascia, ad un mese dalla scomparsa del grande scrittore. Gigi Restivo spiega gli obiettivi della fondazione, partendo dall’approvazione dello Statuto da parte del Consiglio comunale. Sempre in prima pagina Giancarlo Macaluso scrive della nuova amministrazione comunale Dc-Psi-Psdi guidata dal democristiano Enzo Sardo. Tra le notizie rilevanti di questo numero i cento anni di Elettra Messana, benefattrice racalmutese (articolo di Giovanna Lauricella) e la distruzione dell’antico mulino della Guardia: “È stato distrutto – scrive nell’articolo il medico naturalista Giovanni Salvo – per soffocarci la memoria, per cancellarci anche i ricordi”.

Marzo. Un altro nuovo numero. L’apertura è affidata a Gaetano Savatteri: “Voglia di volare”, il progetto dell’aeroporto a Licata predisposto dalla Provincia Regionale di Agrigento. L’editoriale dal titolo “Occupo ergo sum”, dedicato alle occupazioni negli istituti scolastici, è firmato da Giovanni Taglialavoro. Nelle altre pagine, tra l’altro: “Teatro comunale. Fermi i lavori di restauro… Perché?” di Gigi Restivo, “Sciascia: ateo, agnostico o credente?” di Don Nino Nuzzo, “Ad Agrigento è Sagra di Primavera” di Giancarlo Macaluso.

A giugno in prima pagina ancora un fondo di Giovanni Taglialavoro “Le ambiguità del voto meridionale”, dove si legge, tra l’altro: “…la voglia di potere, le aspettative di facile e immediato guadagno o scalate sociali, insomma il cosiddetto rampantismo”. “Non dimentichiamoci del tifo” è invece l’articolo di Giancarlo Macaluso che raccoglie la denuncia della sezione del Pci di Racalmuto sulle “allarmanti condizioni del paese”: “Innanzitutto esprime (il Pci, ndr) forte preoccupazione per le condizioni igieniche del paese, sostenendo che i cumuli di immondizia disseminati all’interno dell’abitato possono trasformarsi in molteplici fonti di pericolose  epidemie di tifo, malattia di cui i racalmutesi, in un recente passato, hanno fatto esperienza sulla loro pelle”. Rilevante il paginone interno curato da Egidio Terrana: “Perdersi in manicomio”, le immagini di Tano Siracusa e Lillo Rizzo dell’ospedale psichiatrico di Agrigento. In questo numero inizia la rubrica “Viaggio tra gli assessorati” del Comune di Racalmuto, curata da Giancarlo Macaluso: intervista all’assessore ai Beni culturali Vincenzo Milioto.

Il numero di agosto apre con la notizia dei lavori fermi al teatro Regina Margherita e l’abbattimento dell’unica e grande sala cinematografica di Racalmuto: “Abbattuto il cine teatro Vittoria” di Gaetano Restivo. A fianco un pezzo redazionale dal titolo “Incredibile: 17 miliardi per la Racalmuto-Milena”. “A nostro avviso – si legge tra l’altro nell’articolo –  si tratta di una spesa discutibile, che ha dell’incredibile…”. In fondo pagina l’articolo di Gigi Restivo: “Concorso Asilo nido: la magistratura indaga. Ci sono stati favoritismi?”.

In questo numero un supplemento speciale di nove pagine dedicate a Sciascia e le Parrocchie di Regalpetra, gli interventi al convegno sull’attualità del primo libro di Sciascia sono di Pietro Amato, Claude Ambroise, Gesualdo Bufalino, Antonio Di Grado, Natale Tedesco. Per la rubrica “Viaggio tra gli assessorati” del Comune di Racalmuto, intervista all’assessore ai Lavori Pubblici Gregorio Casodino.

Ad ottobre l’apertura è affidata a Gaetano Savatteri:Sciascia non vive solo a Regalpetra”: “Non c’è dubbio – si legge – ‘gestire’ Sciascia è diventato affare di molti…la sua morte ha fatto uscir fuori anche tanti, troppi, eredi”. Giancarlo Macaluso, nel pezzo di spalla, scrive della ripresa dei lavori di restauro del teatro: “Regina Margherita: la storia infinita”, mentre Gigi Restivo continua ad occuparsi delle indagini e polemiche intorno ai concorsi comunali a Racalmuto. Titolo: “Affare di tribù”. In terza pagina un articolo di Emilio Messana dedicato a Marco Antonio Alaimo: “Il principe dei medici caduto nell’oblio”, racconta del medico racalmutese che liberò nel 1624 Palermo e la Sicilia dalla peste. Il paginone interno è interamente dedicato alla nascente Fondazione Sciascia: “Racalmuto laboratorio della memoria”, intervista di Gaetano Restivo ad Antonio Di Grado: “La Fondazione non dovrà essere una natura morta di libri – dice Di Grado – ma un organismo culturale vivo”. Nelle altre pagine: “Quella Diceria sulla morte e la speranza” di Beppe Cino e terzo appuntamento con il “Viaggio negli Assessorati” di Racalmuto. Intervista all’assessore all’Igiene e Sanità Giuseppe Delfino: “Racalmuto sporco? Stupido chi lo afferma”.

Novembre 1990. Titolo a quattro colonne: “La tassa della rivolta. Rifiuti solidi urbani a Racalmuto, bollette salatissime. Protesta popolare, amministrazione comunale nella bufera. L’editoriale, dal titolo “Questione di buon senso”, è di Egidio Terrana. In terza pagina un articolo di Claude Ambroise “Due omaggi a Leonardo Sciascia”, mentre il paginone è dedicato ad una esclusiva di Malgrado tutto: per la prima volta vengono resi pubblici i registri scolastici del maestro Leonardo Sciascia risalenti agli anni che vanno dal 1949 al 1957. Nelle due pagine, curate da Gaetano Restivo e Nicolò Macaluso, un articolo di Matteo Collura dal titolo: “Alla ricerca del giovane Sciascia”. A pagina 7 un articolo di Mario Genco, autore del libro Post Scriptum, dedicato a Salvatore Petrone: “Sulle tracce del piccolo giudice”. Il numero si chiude con la pagina 8 dedicata interamente al ricordo di Leonardo Sciascia nel primo anniversario della scomparsa.

Condividi articolo:

spot_img

Block title

“Il mio calvario di paziente oncologico”

Lo scrittore e giornalista Raimondo Moncada, che da tre anni lotta contro il tumore, lamenta i lunghi tempi di attesa per una colonscopia.

Filippo Romano nuovo Prefetto di Vicenza

La sua esperienza ad Agrigento in una intervista rilasciata a Gaetano Savatteri nel febbraio 2024

Il poeta “irriverente” di Regalpetra

Conversazione con Giovanni Salvo. Il ritorno delle "pasquinate", le rime e la lunga tradizione racalmutese.

Arancino o arancina?

Qui la sciarra è dietro ogni virgola