Fondato a Racalmuto nel 1980

Le nostre prime pagine raccontano/13

1980-2020 Malgrado tutto… aspettando i quarant’anni

1994. Il primo numero arriva puntuale a gennaio. “Edilizia, allarme occupazione” è l’articolo di apertura di Giancarlo Macaluso dedicato alle tante opere pubbliche bloccate in provincia di Agrigento. Nel pezzo di spalla, firmato da Carmelo Sardo, sono raccolte le voci dei sindacati che lanciano l’ennesimo grido d’allarme: “Pericolo per l’ordine pubblico”. Nella consueta Terza pagina l’intervento di Matteo Collura sull’ospedale psichiatrico di Agrigento e sul libro “Perdersi in manicomio” di Lillo Rizzo e Tano Siracusa. Il paginone ospita un intervento di Vincenzo Consolo in difesa di Sciascia, dopo le critiche mosse allo scrittore di Racalmuto da Sebastiano Vassalli e le roventi polemiche scaturite dopo altri interventi come quello di Pino Arlacchi. Nella stessa pagina un intervento di Leonardo Sciascia ad una conferenza tenuta a Lipari nel 1984: “Ecco quel che non capite”. Nelle altre pagine i Ritratti di Salvatore Restivo (“Antonino Sciascia. Un giurista di chiara fama”), la Piccola Galleria di Calogero Terrana (“La pittura ecologica di Bognanni”), un’intervista redazionale al neo eletto sindaco di Grotte Antonio Cimino e il terzo appuntamento con la storia del paese di Calogero Taverna.

 

Ad aprile l’apertura è dedicata al braccio di ferro tra i lavoratori e l’Italkali. Inchiesta di Angelo Meli pubblicata anche nel paginone interno: “Non c’è pane senza sale”. L’editoriale di Gaetano Savatteri è invece dedicato alla scelta del Comune di costituirsi parte civile nel processo contro i presunti autori della strage del 23 luglio 1991: “Siamo tutti parte civile contro la mafia”. In terza pagina “Il testimone di Racalmora”, l’incontro di Gaetano Restivo con Ben Morreale. A pagina 7 Gigi Restivo racconta la conclusione dei lavori di restauro dell’ex centrale elettrica destinata ad essere la sede della Fondazione Sciascia: “Finalmente c’è anche la sede”. Altri articoli sono di Calogero Terrana, Calogero Taverna, Angelo Sferrazza S.J., Emilio Messana.

 

A settembre la politica in apertura: “Guerra aperta tra Giunta e Consiglio”, con il commento nell’editoriale di Luigi Galluzzo dal titolo: “Impreparati all’esame”. A pagina 2 la testimonianza di Giovanni Salvo, consigliere comunale di Racalmuto, del viaggio della delegazione del Comune ad Hamilton, tra i cittadini emigrati. In terza pagina intervento di Aldo Scimè sul teatro Regina Margherita: “Perché rinasca”. Al teatro, alla sua storia, è dedicato anche il paginone curato da Gigi Restivo che ha raccolto le testimonianza dei protagonisti: Giuseppe Nalbone, Luigi Facciponti, Gino Capraro, Alfonso Parisi, Lillo Messina. Nelle altre pagine gli articoli di Calogero Terrana, Tano Siracusa, Alfonso Scimè, Francesco Balsamo.

 

Ottobre. Un titolo a quattro colonne “Progetto Sciascia. L’idea che non c’è”. L’articolo di Felice Cavallaro denuncia il lento passo che dovrebbe trasformare Racalmuto in un volano di cultura. “A cinque anni dalla scomparsa dello scrittore – scrive Cavallaro – le attività della Fondazione partono con una “pre-inaugurazione”: una denuncia per scuotere il sonno delle amministrazioni”. Sempre in prima un augurio ad Aldo Scimè “uomo di tenace concetto” per i suoi settant’anni: “Malgrado tutto festeggia indicandolo – scrive sempre Felice Cavallaro – come esempio a quanti amano Racalmuto e vogliono a tutti i costi farla rinascere soffocando scontri e rancori, spesso capaci di annullare ogni entusiasmo, soffocandolo con il coperchio dei veti incrociati”. A pagina 2 “La carne, la morte e il diavolo”, l’articolo di Giancarlo Macaluso sulla scomparsa di Moana Pozzi e le polemiche scaturite dai manifesti a lutto realizzati da un gruppo dio fans di Racalmuto della Pozzi che scatenano l’ira di un sacerdote, don Calogero Salvo. Un episodio finito su tutti i giornali nazionali. In terza pagina le impressioni e le suggestioni su Racalmuto di Massimo Onofri: “L’occhio di Racalmuto”.

 

Appena un mese dopo un altro numero in uscita. La prima pagina è dedicata all’analisi di Luigi Galluzzo sui primi 18 mesi di amministrazione di Racalmuto: “La stagione del risveglio?”. Gaetano Savatteri  firma il pezzo dedicato a fra Diego La Matina e al “Valore dell’eresia”, tema del primo convegno di studi organizzato dalla Fondazione Sciascia. All’importante evento sono dedicate le pagine 3, 4, 5 e 6 con gli interventi di Cecilia Kin, Marilena Modica e il testo di Girolamo Matranga sull’Auto de Fe in cui fu bruciato vivo il monaco racalmutese protagonista del libro Morte dell’Inquisitore d Sciascia. Altri articoli sono di Gaetano Restivo (“A proposito…”), Giuseppe Facciponte S.J. (“Padre Luigi Chiarelli”), Calogero Terrana (“La pittura di Luisa Lo Verme”), Calogero Taverna (“La conquista romana”), Salvatore Picone (“Riprende dopo 30 anni. Attività Scout”), Giuseppe Cacciato (“Convegno sulla Thalassemia”).

 

L’ultimo numero del 1994 arriva in edicola a Natale. “Le miniere dello scandalo” in apertura. L’editoriale d Egidio Terrana “Senza padroni e senza museruola” dedicato agli attacchi ricevuti dall’amministrazione comunale che hanno accusato Malgrado tutto di portare avanti “un’opera di disinformazione riguardo l’attività amministrativa del Comune di Racalmuto”, “Se le nostre critiche – scrive il direttore Terrana – hanno il potere di farvi saltare i nervi così facilmente, temo che quel confronto civile che lei e la sua giunta auspicate, e che anche noi, sia chiaro, vogliamo, possa incontrare qualche seria difficoltà”. La pagina 2 è dedicata alle tante lettere di stima nei confronti del giornale ricevute. In Terza pagina il racconto “Pro Sicilia” di Gesualdo Bufalino, rimasto profondamente legato al giornale di Racalmuto. Nelle altre pagine gli articoli di Salvatore Restivo, Alfonso Lentini, Calogero Terrana, Angelo ferrazza S.J., Linda Criminisi, Salvatore Picone, Salvatore Marchese.

 

L’apertura del primo numero del 1995, in edicola a febbraio, è dedicata ancora una volta ai lavori di restauro del “Regina Margherita”, il teatro dell’ottocento chiuso dalla metà degli anni Sessanta. Gigi Restivo intervista la Soprintendente di Agrigento Graziella Fiorentini. A pagina 2 il primo di una lunga serie di interviste ai Racalmutesi di Hamilton realizzate da Carmela Mattina per la sua tesi di laurea: “Ad Hamilton il tempo si è fermato”. Nella stessa pagina un articolo di Giuseppe Quatriglio: “Un premio dimenticato”. In terza pagina il saggio di Carmelo Spalanca “Letteratura e Industria” e a pagina 6 l’articolo di Giuseppe Nalbone “La Chiesa di Gargilata” e Calogero Taverna “I secoli del dominio romano”.

 

A maggio in apertura un articolo di Luigi Galluzzo sulla tormentata vicenda dell’area archeologica agrigentina: “La valle delle ambiguità”. Sempre in prima pagina il fondo di Gaetano Savatteri intitolato “La mafia non esiste più?”: “La mafia a Racalmuto non è stata cancellata. Ne rimane traccia nei comportamenti, nelle nostre abitudini, nei piccoli indizi che ci rivelano che tutto potrebbe accadere di nuovo”. In terza pagina “La maledizione di Sciascia”, di Matteo Collura. Altri articoli e interventi sono di Gaetano Restivo, Valter Vecellio, Calogero Carità, Calogero Terrana, Carmela Mattina, Calogero Taverna.

 

A luglio, in prima pagina, Gigi Restivo racconta “L’impossibile governabilità, l’amministrazione di Racalmuto tra polemiche e dimissioni. Sempre in prima “Progetto Racalmuto”, un intervento di Gaetano Savatteri a due anni dal voto delle amministrative. Una grande foto del vecchio porticato della Chiesa di Santa Maria al cimitero annuncia l’importante lavoro di ricerca dello storico Giuseppe Nalbone sulle antiche chiese del paese. Il paginone, infatti, è dedicato alle Chiese di Racalmuto del 1500. In terza pagina un articolo di Valter Vecellio su Sciascia: “Storie di ordinaria ingiustizia”. Altri articoli sono di Salvatore Picone, Carmela Mattina, Giovani Salvo, Calogero Terrana, Linda Criminisi, Salvatore Maria Saia, Rita Burruano.

 

A settembre prima pagina dedicata alla politica cittadina. In apertura un articolo di Gigi Restivo sui nuovi vertici del Consiglio comunale: “E adesso lavorate seriamente”. Il commento è affidato a Giovanni Salvo. La seconda pagina è dedicata alle lettere ricevute dal giornale: “La Fondazione Sciascia e il progetto Racalmuto” dell’assessore ai Beni culturali Nino Vassallo e “Festa del Monte: il Comitato precisa” di Don Luigi Mattina. Nelle altre pagine gli articoli di Salvatore Restivo (“Il Cavalier Lupi”), Calogero Terrana (“Piero Carbone”), Calogero Salvo (“P. Francesco Di Paola Nalbone: l’uomo, il sacerdote, il gesuita”), Carmela Mattina “I canadesi ci chiamavano ‘Juappi’”).

 

L’ultimo numero del ’95 è del mese di dicembre. Enrico Del Mercato firma l’articolo “Regione: quale legge elettorale?”, Giancarlo Macaluso si occupa della cessione dei locali da parte del Comune alla Fondazione Sciascia: “Tutto pronto per il decollo” e Gaetano Restivo della strana vicenda delle spoglie del soldato racalmutese Giuseppe Buscarino caduto in Russia: “Il caduto in guerra torna a casa a proprie spese”. A pagina 3 il racconto di Leonardo Sciascia “C’era una volta il cinema“, pubblicato in occasione della presentazione a Racalmuto del film di Giuseppe Tornatore “Lo schermo a tre punte”. Il paginone interno – “Una scuola per il maestro Sciascia” – è interamente dedicato all’intitolazione di un plesso scolastico di Grotte a Leonardo Sciascia. Sono raccolti gli interventi di Nicolò Lombardo, Vincenza Lonobile, Antonio Cimino, Antonio Carlisi, Aldo Scimè e Matteo Collura. Altri articoli sono dell’Arciprete Alfonso Puma, dell’ambientalista Giovanni Salvo, di Carmela Mattina e di Tommaso Massa.

Condividi articolo:

spot_img

Block title

Al via la rassegna “Riflessi Culturali”

Primo appuntamento questa sera con il musical “Aladin”, di Stefano D’Orazio

Sulle orme degli sbirri di Sciascia

INTERVISTA a Giuseppe Governale. Il Generale Scrittore ha letto e riletto lo scrittore di Racalmuto e ora, in pensione, ha scritto un libro sugli investigatori sciasciani.

“Violenza di Genere: Normativa, Riflessioni, Esperienze, Prospettive”

Racalmuto, incontro alla Fondazione Sciascia per approfondire il fenomeno della violenza di genere da molteplici prospettive: giuridica, sociale e culturale

Per un fotografo affidarsi all’Intelligenza Artificiale è come perdere la vista

Gente di Fotografia, l'editoriale di Franco Carlisi